giovedì 22 dicembre 2016

Recensione: Il tredicesimo dono.

Autore: Joanne Huist Smith

Titolo:  Il tredicesimo dono

Casa Editrice: Garzanti Libri

Collana : Narratori moderni

Genere:  Romanzo straniero

Pagine: 166

Formato: rilegato

Costo: 12,66 €




Trama:

"Mamma, abbiamo perso l'autobus." E la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa, qualcosa li blocca d'un tratto sulla porta: all'ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l'accompagna è firmato, misteriosamente, "I vostri cari amici". Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente la morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità, poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l'albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori...




Recensione:

Ho desiderato tanto questo libro, e ho desiderato tanto leggerlo. Quando l'ho preso, finalmente , non ero quasi in me dalla gioia. Vista la trama  in seconda di copertina, mi aspettavo una storia in grado di coinvolgermi ed emozionarmi.Peccato non sia andata così.

'' Venite. Accompagnatemi. Vi racconterò il modo in cui la mia famiglia è cambiata per sempre''

Forse l'errore è stato questo: aspettarmi troppo,ed è per questo che, alla fine sono rimasta delusa.
La storia narra l'esperienza vera della scrittrice, riguardo il suo primo Natale senza il  marito,Rick, e di come lei e i suoi figli abbiano dovuto affrontare  per la prima volta il periodo delle feste senza di lui. So per esperienza personale quanto la prima volta delle feste senza qualcuno sia dura e  a tratti estenuante. C'è la voglia di 'non festeggiare', è questo è lecito e sacrosanto, ma c'è un limite a tutto, per la miseria! Dal non voler festeggiare al distruggere un sostegno per l'abete o a fuggire via dal negozio incapace di scegliere un regalo c'è un abisso di mezzo.  Me sembra una cosa....troppo enfatizzata ecco. E al conteppo, i sentimenti per la mancanza della propria metà sono troppo poco descritti, e comunque sono descritti solo in confronto con le feste. Cioè da una parte la protagonista  davanti a degli innocentissimi fiocchi da regalo reagisce stile Hannibal Lecter, però nel ricordare il marito lo fa in modo tiepido. Bah.  La reazione verso le feste con l'andare avanti della storiapoi, grazie a Dio, cambia. Ma anche questo cambiamento, le varie emozioni che lei prova , sono descritte in maniera tiepida, poco sentita. Ho trovato fastidioso anche il fatto che a tutti i costi volesse scoprire l'identità dei misteriosi benefattori. Ma forse questa è una cosa più personale che oggettiva, però è quello che ho provato. Anche il finale di come lei ha scoperto la verità non mi ha convinto.
La reazione dei tre figli, pur se raccontata dal suo punto di vista di lei, sono state invece più coerenti con la situazione. I ragazzi hanno tre età differenti, e ognuno reagisce in modo adeguato al contesto. E' normale che Megan che è la più piccola, abbia voglia nonostante tutto di festeggiare: è una bambina e vuole le luci  e le decorazioni,nonostante, indubbiamente, senta la mancanza de papà. La voglia di cominciare da capo del secondogenito, è del tutto lecita, e rifugiarsi nei videogame è un modo per affrontare la situazione.  Infine il maggiore è pieno di rabbia e di dolore e commette delle imprudenze e tende ad isolarsi per affrontare il suo dolore. Sono tutte reazioni che ci si aspetta e che sono normali da parte dei ragazzi, ed è la sola cosa che ho apprezzato dell'intero romanzo.
La storia, in generale, è scritta bene. L'autrice dal punto di vista dello stile non sbaglia: semplice e diretto. Ma condito con poco entusiasmo e sentimento.Senza il minimo trasporto emotivo. E' come se avesse scritto sotto forma di romanzo un'articolo di giornale per il suo lavoro circa la sua esperienza sul primo Natale da vedova.  Che peccato, mi dispiace davvero tanto aver dovuto  bocciare questo romanzo.

Citazioni:

''Nei momenti più difficili la vita trova sempre una nuova occasione per sorprenderci.''

''Tutti mi hanno insegnato qualcosa in questo nuovo viaggio che ho intrapreso. Sono esperti nell'arte di andare avanti, perdonare gli errori e custodire i ricordi, anche se dolorosi. Ho ancora tanto da imparare''

Consigliato: E' un libricino corto, e tutto sommato ve lo consiglio. Anche se non dovesse piacervi ci passerete su poco tempo.


2 commenti:

  1. Anche io ne ero rimasta un po' delusa... non mi ha trasmesso molto. Forse il problema è che il libro è stato scritto a tantissimi anni di distanza dalla scomparsa del marito, non so, fatto sta che l'ho trovato poco emozionante :(

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  2. In effetti penso che tu abbia ragione. Fosse stato scritto "a caldo" forse sarebbe stato diverso.

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